mercoledì 8 aprile 2015

RIFIUTI ZERO: ECOLOGIA E RISPARMIO



Il circolo “virtuoso” 


Fino ad oggi abbiamo praticato la cosiddetta “economia lineare” (produzione, consumo e smaltimento); sta però diventando sempre più chiaro quanto questo modello di sviluppo sia assolutamente insostenibile.
Così, la precedente Commissione Europea ha varato la direttiva di indirizzo per il Parlamento, col fine di rendere la vita dei beni che usiamo tutti i giorni un percorso circolare, nel quale gli oggetti di cui ci disfiamo diventino materie utili alla costruzione di nuovi oggetti. Il provvedimento, adottato per una esigenza economica, mirava a risolvere la scarsità di materie prime, che si prevede inciderà sempre di più sull’economia del vecchio continente, costretto ad importarle e a competere con i paesi emergenti (tanto che la Cina acquista da noi anche materiali riciclati).
L'attuale Commissione Junker ha ritirato questo provvedimento (nonostante 23 paesi lo approvassero!!!), ma ha anche promesso che entro la fine del 2015 ne produrrà uno molto più ambizioso.
Nello spirito di questi traguardi è nata la proposta di Legge rifiuti zero, che finalmente sarà tolta dai cassetti e discussa in Parlamento, anche grazie all’ insistenza dei cittadini del M5S. Una legge che, se entrasse in vigore senza essere stravolta, aiuterebbe la società a pensare in modo sostenibile:

riduzione dei rifiuti, riparazione e riuso, riprogettazione in funzione del massimo recupero di materia, superamento dell'incenerimento e dello smaltimento in discarica.

In compenso la regione Umbria  a guida PD prende tutta un'altra strada, col ricorso al CSS sceglie di bruciare i rifiuti invece che incentivare tutte le pratiche che portano al riuso delle materie prime, e prevede la costruzione di 2 o 3 impianti per la produzione di combustibile per i cementifici.

Il Piano Regionale del 2009 partiva, giustamente, dalla prevenzione e dalla diffusione della raccolta porta a porta: peccato che, senza una corretta, capillare e mirata informazione al cittadino, non se ne è visto il minimo risultato!
Ci ritroviamo con discariche strapiene che erano state progettate per la quantità di rifiuti che producevamo negli anni '90 ma che adesso sono raddoppiati. La carenza di informazione fa sì che, a livello regionale, di una raccolta differenziata del 50% si ricicli effettivamente solo il 37%. L'impianto di compostaggio di Pietramelina, che produce terriccio dagli scarti umidi ad esempio, ha uno scarto di materiale non adatto del 56% (la media degli altri impianti in Italia è del 17%), tutti rifiuti che poi vengono inviati in discarica…

Il M5S di Città della Pieve spera che l’attività della Commissione Europea continui e migliori il lavoro precedentemente fatto e che le amministrazioni italiane si adeguino celermente, anche per non sprecare milioni di euro dei cittadini in inutili multe, come già successo anche di recente per questioni di rifiuti.


Un esempio concreto di applicazione della Strategia Rifiuti Zero: 
Ponte alle Alpi (BL) 
N. abitanti 8.500 – n. frazioni 15 – territorio montano (quindi non dei più semplici). 


Questo paese ha applicato una vera Strategia Rifiuti Zero. Cosa hanno fatto?

tariffa puntuale dal 2007 (cioè paghi in base a quanta spazzatura indifferenziata produci). Noi siamo già in ritardo, con le nuove tasse (TARI e poi IUC) è più difficile far pagare meno i cittadini.

raccolta differenziata circa al 90% (basta fare davvero il porta a porta)

incentivi per il compostaggio domestico (trasformazione dei rifiuti umidi in terriccio)

spiegazione chiara ai cittadini su cosa e come fare (con ben 30 incontri, altro che i nostri dépliant!)

Cosa hanno ottenuto?

Risparmio: noi spendiamo circa 1.800.000 euro all’anno, loro circa 850.000 euro. La differenza pro capite è di circa 125 euro l’anno!

Un paese pulito ed ecologico

I cittadini sono informati, interessati, coinvolti

Risultato: si può fare, basta avere la volontà politica. 


Sintesi mozione del M5S su RIFIUTI ZERO del 16.11.2014

I. Inizio lavori dell’Osservatorio Rifiuti Zero 
II. Inserimento di semplici cittadini nell’Osservatorio 
III. Creazione di un gruppo di lavoro che controlli la composizione dei rifiuti (serve a capire cosa non viene riciclato e a preparare incontri di informazione ai cittadini per informarli meglio su “dove buttare cosa”) 
IV. Fare una vera campagna di informazione ai cittadini 
V. Vera tariffa puntuale (chi svuota il bidone meno volte deve pagare meno di chi lo svuota di più!) VI. Eliminare la plastica dalle mense scolastiche, ospedaliere e casa di riposo 
VII. Lavorare insieme ai Terzieri e le altre associazioni per accedere ai contributi regionali per le Ecofeste 
VIII. Incentivazione del compostaggio domestico e riorganizzazione generale del servizio di raccolta IX. Eliminazione delle “isole ecologiche” e dei cassonetti condominiali a favore del porta a porta


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